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​Dietro una storia che è leggenda: “Ennio”, il tributo del mondo del cinema al suo grande Maestro

ennio film 2021
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Ogni sua melodia raccontava una storia. Ed è forse un sottile contrappasso quello che viene fuori dall’ultimo film di Giuseppe Tornatore: Ennio, tributo al grande Morricone, mancato due anni fa al mondo della musica e del cinema. Il docufilm è una storia che racconta le melodie, o meglio l’uomo dietro le melodie, impresa mai semplice, particolarmente quando il nome che viene raccontato è sinonimo stesso di cinema. Perché, in fondo, è spesso labile il confine tra l’artista e l’opera, soprattutto se intrisa di un vissuto carico di esperienza, passione e umanità.

Classicista dall’anima pop, è forse questa dicotomia intrinseca della persona ad aver reso Morricone l’artista immortale che conosciamo. Una persona che ha riscritto il concetto stesso di colonna sonora, che ha reso la musica da cinema talmente iconica da divenire fruibile anche al di fuori dei teatri, era forse destinata ad essere celebrata proprio con una pellicola. Ennio ci offre scorci di una vita, la sua, elaborati come egli stesso faceva con le sue musiche: brandelli di vita sapientemente confezionati sotto forma di piccole perle dalla profonda dignità.

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​Ennio Morricone raccontato dall’opera e dalle persone

Uscito nel 2021, il docufilm è testimonianza e tributo e ci mostra anche alcune delle ultime dichiarazioni rilasciate da Morricone quando era ancora in vita. Tuttavia non bisogna pensare che si tratti di un documentario come quelli a cui siamo abituati.

La pellicola stessa si regge su una contrapposizione di fondo: Morricone affermava che la musica non si racconta, ma si ascolta. Ed è a partire da questa concezione che Tornatore ha lavorato: regalandoci uno spaccato del reale che sulla carta sceglie il mezzo del racconto, ma di fatto è concepito e montato per suggerire allo spettatore le sensazioni che si proverebbero ascoltando una suite o un concerto al chiaro di luna.

Proprio come una melodia scorre la pellicola, una storia dal respiro ampio ma mai lenta, intensa ma mai pesante. È una precisa scelta registica quella di raccontare il musicista con un montaggio che abbia i ritmi e il taglio della sua arte.

ennio morricone giuseppe tornatore

Sotto certi aspetti, Tornatore gioca in casa: amico intimo di Ennio Morricone, con il quale aveva un rapporto consolidato e profondo, chi meglio di lui poteva raccontare il vissuto di un uomo che, per noi comuni mortali, è inarrivabile?

Come lui, altri hanno partecipato al racconto: attori, compositori, personaggi di spicco che avevano lavorato con Ennio e che ci offrono uno spaccato umano dell’artista senza scadere nei facili sentimentalismi, uno dei rischi maggiori quando ci si imbarca nell’avventura di raccontare una storia che è per molti leggenda. Mai come in questo caso, la missione è compiuta: del grande Maestro ci viene restituito un ritratto che è profondamente umano, illuminato dal suo genio ma anche segnato dalle sue debolezze e sensi di colpa, particolarmente nel rapporto con il padre.

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​La parte umana della leggenda di Ennio

Già dall’inizio del film, Morricone ci viene mostrato mentre si impegna in un’attività assolutamente umana: si dedica alla ginnastica per tenersi in forma, un aspetto di lui che non tutti conoscono. Ennio, infatti, aveva grande cura della sua salute fisica – mens sana in corpore sano si dice – e si dedicava con regolarità all’allenamento, che poi è un retaggio ancestrale della nostra necessità primitiva di esser pronti a reagire alle sfide e alle minacce del mondo.

Ed era anche questa una delle sue peculiarità: da una parte una sorprendente elasticità fisica e mentale, una capacità innata di immedesimarsi nelle singole singole sceneggiature con multiforme e sfaccettata creatività; dall’altra il rigore disciplinato della sua formazione classica. In Morricone l’intuizione incontrava lo studio meticoloso in un costante gioco di equilibrio. Ancora una volta la figura dell’artista è quella di un funambolo in bilico su un dualismo che ne definisce l’anima.

Morricone passava dallo Spaghetti Western al cinema sentimentale, trasformando in poesia tutto ciò che toccava, davvero tutto: lo stesso Tornatore racconta di averlo visto riarrangiare un pezzo di Gianni Morandi inserendovi un tema di Wagner.

Per questi motivi e molti altri, Ennio è un gioiello che davvero merita di essere visto e goduto, un documentario che riscrive il concetto stesso di cinema del vero rendendolo lirica, una trasposizione fedele al soggetto raccontato, non solo negli eventi, ma soprattutto nell’anima.

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