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Poesia e bellezza, l’arte di Azuma Makoto

Non si può parlare del Giappone senza riconoscere ai suoi abitanti la capacità di cogliere la poesia del mondo nel dipanarsi delle stagioni. Gli spettacolari scenari dell’hanami, periodo in cui ci si sofferma ad apprezzare la bellezza della vita nella sua caducità sono l’espressione più nota di una cultura dell’armonia da cui il mondo intero si lascia ispirare.

Ed è proprio in questo saper comprendere lo splendore dello sbocciare e dello sfiorire che risiede il cuore dell’espressione artistica di Azuma Makoto. Questo flower-artist dalla formazione poliedrica nasce come musicista, ma poi si appassiona di botanica. Viaggia per il mondo osservando con attenzione le manifestazioni della natura, concentrandosi sul modo in cui le culture locali si integrano con essa e cogliendo tutta la potenza e l’energia che la vita stessa esprime nei suoi inevitabili cicli.

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La ricerca dell’armonia attraverso le stagioni

Una delle composizioni dell’artista

Tuttavia non si deve pensare a Makoto come il classico artista di Ikebana, disciplina che lo ha senza dubbio influenzato ma dalla quale egli cerca in ogni modo di discostarsi. Le composizioni floreali non mancano, certo, ma la scintilla creativa è altrove. L’armonia non è nella composizione e nelle linee, ma si svolge nel tempo, attraverso le fasi vitali del fiore: dal germoglio, alla piena vitalità, fino all’inevitabile appassimento. Le sue due anime, quella di artista e quella di studioso, si fondono in un’esperienza che è insieme emozione e osservazione.

Visitare il suo laboratorio è viaggiare tra sculture e brevi filmati che sembrano catapultare gli ospiti in una sorta di mondo fatato dove la dimensione umana viene scalata e ridotta perché meglio possa apprezzare la potenza della natura. Del fiore viviamo la bellezza della corolla, ma ne esploriamo anche l’interno, ascoltiamo il pulsare della linfa attraverso le radici, apprezziamo il suo abbandonarsi al vento – in netto contrasto con l’asfissia delle strade cittadine – e lo vediamo esplodere di vita quando libera pollini in aria, appesantirsi di pioggia e abbandonarsi al suolo. Infine, dopo un turbine di morte, rinascere. Il tutto accompagnato da un sottofondo musicale che sembra voler adattarsi al video, mai il contrario. A comandare è la natura, non la mano dell’uomo che la racconta.

La ricerca di linee e colori: l’arte incontra la moda

Anche con la fotografia Makoto cerca di esplorare gli aspetti meno visibili delle piante, proponendo foto ai raggi-x dove le linee si condensano in singoli tratti colorati, che nella loro semplicità riescono a veicolare l’essenza stessa dello stelo o della corolla.  Oppure brevissimi video in time-lapse riassumono un ciclo vitale di settimane in pochi secondi.

Questo modo rivoluzionario di utilizzare le piante per creare sculture botaniche lo ha portato nel tempo ad aprire un suo laboratorio, l’Azuma Makoto Kaju Kenkyusho – Istituto Botanico di ricerca di Azuma Makoto – e a collaborare con stilisti del calibro di Gucci, Dior, Hermès e Lang, che ne hanno utilizzato le composizioni per creare non solo scenari per le proprie campagne, ma anche borse e accessori ispirati alla natura.

Come sempre creatività e visione viaggiano fianco a fianco, e la loro espressione più raffinata è la capacità di raccontare il mondo cogliendone la poesia.

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